storie nella notte
- iroei
- 27 giu 2014
- Tempo di lettura: 2 min
…salgo dunque sul penultimo treno della giornata…non c'è molta gente. Posso scegliermi il posto che voglio e sto per sedermi in uno di quelli da quattro, quando contemporaneamente davanti a me si ferma un ragazzo -mille posti, proprio qui deve sedersi!?- c'è da dire che la mia demofobia si sviluppa nelle tarde ore per evitare incontri poco piacevoli la cui probabilità aumenta col tardar dell'ora…insomma, Ozzy -così lo chiamano i suoi amici, mi ha detto quando ci siamo salutati con una stretta di mano prima che io scendessi- si è seduto davanti a me, mi ha offerto una caramella gentilmente rifiutata -io ho le Pastiglie Leone, volevo dirgli- e mi ha chiesto come arrivare da Gallarate a Varese -forse un pullman di collegamento, ho azzardato.
La bici gliela avevano fermata a Chiusi perchè non gliel'hanno caricata sull'intercity. Chiusi? Bici? -Ha chiuso la bici a Chiusi…io ridevo- Indossava questi guantini da ciclista in effetti, che osservavo e che finalmente capivo perché stonassero tanto -non è usuale trovare un tipo con i guanti da ciclista, sul treno e senza bici-. Partito la sera precedente alle 22 da Roma sud ha pedalato sino a Chiusi, appunto, dopo essersi perso nelle valli umbre -ed essersi sentito come l'hobbit Sam che porta sulle spalle padron Frodo* mentre superava con la bici a braccio campi dai sentieri cancellati e dalla vegetazione fitta…-
"ti capita mai di voler spingere il tuo corpo fino a toccare i tuoi limiti?" l'ho guardato perplessa: questo dunque il motivo del suo andare. Bologna l'obiettivo, ma a Chiusi ha deciso che andava bene così. Che il suo limite -per il momento- era stato raggiunto, che il suo corpo non poteva tirare oltre. Poi pare abbia sentito un amico e abbia deciso di raggiungerlo a Varese…
Fuori dal finestrino intanto cominciavo a riconoscere le luci di Rho. L'ho salutato -buon viaggio-…sarà arrivato?

*foto: non posso portare l'anello per voi, ma posso portare voi. cit.
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