Signora di là
- ireneturcato
- 30 nov 2023
- Tempo di lettura: 3 min
-Signora, di là!
..signora - parla con me! Che non si possa prendere l'ascensore con la bici? Maledizione mi ha beccato la guardia della metro di San Siro e ora me la fa portare giù a braccia! Come se alla fermata San Siro della nuovissima lilla ci fossi solo io - sì in effetti non c è nessun altro.
Non è giorno di partita.
Non è neppure sera di concerto.
E a dirla tutta non è proprio ora di star in giro.
Sono lì per caso a tentare di tornare a casa dopo una riunione in un posto sperduto raggiunto in bici ignorando seraficamente l'acquazzone amazzonico che vi si sarebbe abbattuto al termine.
Vedo i fulmini sopra lo stadio, raffiche di vento tentano di rovesciarmi il precario ombrellino -
acquistato in una circostanza che può essere raccontata solo a voce - ma l'irritazione vera arriva come sempre dal basso: la gran quantità di acqua che la ruota anteriore solleva va a infilarsi dritta dritta nelle scarpe.
- Signora, di là!
Dicevamo.
Esco dall'ascensore.
- Il binario giusto è dall'altra parte. Questo è un binario morto
Grazie! Chissà quanto sarei rimasta giù ad attendere prima di accorgermene.
Così prendo l'ascensore. Dall'altra parte.
La metro-senza-autista arriva. Salgo in testa!
Non mi era ancora riuscito di star davanti - non tengo conto che San Siro è capolinea e la testa diventa coda.
Poco male, ha un certo fascino anche lo star in fondo e osservare quanto veloce passa ciò che lasci.
Sto seduta a godermi la sensazione di essere un non-autista che va in retro. Mi soffermo a pensare che le soste nelle stazioni sono fin troppo lunghe, ma quando arriva Garibaldi già quasi mi spiace dover scendere.
Un attimo di smarrimento mi coglie, non trovo l'ascensore, guardo la scale mobili - la gente che arriva è tutta infradiciata per la pioggia. lo stamane sono stata curiosamente lungimirante prendendo l'ombrello.
L'OMBRELLO!
Per fortuna il treno fa soste belle lunghe in stazione. Risaliamo sul vagone - io e la bici - poco prima della chiusura delle porte. Il mio ombrellino con le farfalle è affacciato al finestrino. Lo riprendo con me. Alla prima fermata scendo e torno indietro. Stavolta sto in capo al treno.
- Signora, di là
Dejavu? La guardia di Garibaldi che ha colto il mio smarrimento mi indica l'ascensore.
Riesco a prendere un treno per Rho un po' al volo, schivando con un colpo di bicipiti la tagliola della porta che stava per ghigliottinare la mia bici - che per stare in tema rivoluzione francese vi direi essere del '700 invece t solo degli anni 70.
Sul treno ci sono altre due bici - e mezza. Un signore con la mantella cerca di intavolare una conversazione chiedendomi della mia Graziella Maino. Ma io ho voglia di scrivervi dell'ombrello quasi perso - sarebbe stato il primo della mia vita - e dell'avventura nella pioggia.
Ha voglia di parlare.
Starò ad ascoltare.
Scende a Rho e poi in bici arriverà a Lainate - buona fortuna! La pioggia non accenna a smettere.
lo ricompongo l'ombrello, perché nel frattempo mi è rimasto in mano il manico - è delicato ve l'ho detto - e l'apro.
Il signore si allaccia la mantella prestatagli per pietà dagli amici di Milano.
Anche il proprietario della mezza bici (una b-fold) si sistema per affrontare l'intemperia.
Sembriamo tre atleti allo start che prendono tempo.
La mezza bici parte.
lo faccio un lungo respiro e son pronta a buttarmi.
Saluto
- Almeno il tuo nome!
...pensavo mi dicesse - signora, di là!
15 giugno 2016

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